Una commedia che non lascia scampo ai sentimenti. Un tuffo nei ricordi di due persone. Un viaggio all’interno di una passione comune: quella per il teatro. Perché essere attori non è solo un lavoro, è vita. Con i suoi momenti divertenti e quelli di sconforto, le gioie e le fatiche.
“Mettere in scena” un flusso di coscienza. Allestire un mezzo secolo di vita sopra ad un palco spogliato di ogni orpello. Un uomo e una donna provano. Su di un palco di solito si prova prima di dare inizio ad uno spettacolo. Questa sera si prova un dialogo d’amore. Un amore che non c’è. Perché l’amore, quello della Bibbia e di Hollywood, non c’è. Si cercherà di dargli forma e corpo in tutti i modi. Frugando nella scatola nera dei ricordi, cercando di ridare colore ai sogni dell’infanzia, ripetendo in modo quasi meccanico i copioni di altre storie, di altri presunti amori. E ci si accorgerà che nel tragicomico gioco delle parti non si è stati che specchi l’uno per l’altra, sempre. Alla ricerca continua di conferme, di gratificazioni. Alla ricerca di un “noi” che potesse aiutarci a vivere, o anche solo a sopravvivere. Un “noi” che fosse un antidoto alla solitudine che ci attanaglia. Un “noi” che potesse aiutarci se non a superare, almeno a condividere il nostro non-senso individuale, che potesse permetterci di coniugare al tempo futuro la nostra esistenza.