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PEPPE BARRA
Programma

LA CANTATA DEI PASTORI

By Mer 18 Ottobre 2023 No Comments

FUORI ABBONAMENTO

Immaginiate due morti di fame, due napoletani, Razzullo, scrivano in abiti settecenteschi, capitato in Palestina per il censimento voluto dall’Imperatore Romano, e Sarchiapone, suo compaesano, in fuga per i crimini commessi, mentre Giuseppe e la Vergine Maria vagano in cerca di alloggio. Immaginate una tribù di Pastori in at- tea del Messia. Immaginate Lucifero mandato sulla terra per uccidere la Sacra Coppia, mentre i due disgraziati compagni le provano tutte pur di mangiare. Immaginate gli Arcangeli ricacciare le Furie nel buio dell’Inferno. Dopo la storica edizione del 1990, con Concetta Barra, dopo che, negli ultimi venti anni, Peppe Barra, con fede e amore, è riuscito a presentare, ogni Natale, quello spettacolo, in diverse edizioni, eccoli di nuovo insieme, Peppe e Lamberto, per mettere mano ad una nuovissima edizione della Cantata dei Pastori. IL VERO LUME TRA LE OMBRE, oggi nota come LA CANTATA DEI PASTORI, è una sacra rappresentazione data alle stampe, nel 1698, dal gesuita Andrea Perrucci, per contrastare la volgarità del popolino durante le feste come il Carnevale e il Natale. Verso la fine del Settecento, alla maschera di Razzullo che senza coprotagonista non aveva modo di inventare lazzi e contrasti tipici della Commedia dell’Arte, venne affiancato Sarchiapone, un doppio, un’evocazione, un mister Hyde, assassino, ladro, gobbo, deforme, maligno, un gangster travestito da clown, uno che non ha paura di nulla, nemmeno dei mostri infernali. Nel tempo quella sacra rappresentazione si è arricchita di tutti i linguaggi del teatro: farsa, commedia, melodramma, varietà, avanspettacolo, musical. Sarchiapone, nel secondo dopoguerra, cominciò persino ad entrare in scena cantando le canzonette di Sanremo o del Festival di Napoli. Lo spettacolo andava in scena alla mezzanotte del 24 dicembre. Dopo la cena, dunque, non restava che scegliere: a Messa,
o a Teatro? Peppe Barra incarna da cinquant’anni il pulcinellesco Razzullo. Lalla Esposito, già in coppia con Peppe in “Non c’è Niente da Ridere”, interpreta per la prima volta Sarchiapone. Così come gli altri attori non hanno mai interpretato la “Cantata”. Questa è un’edizione nuovissima che rinuncia ad ogni “arredamento” teatrale. Uno spettacolo che mette al centro del racconto la fantasia dello spettatore, come un bambino davanti ai cartoni animati, alle fiabe musicali, che può liberamente immaginare ogni possibile scenario, davanti alle forme e ai colori dei fondali retroilluminati della scena. Uno spettacolo all’antica italiana, dove i guitti, aiutati dalla musica dal vivo pronta a sottolineare ogni loro gesto, possano passare da un ruolo all’altro, in una girandola di travestimenti e diartigianali effetti scenici. E poi c’è Napoli, con la sua lingua, le sue musiche, le sue tradizioni, con le sue luci e le sue ombre, unico luogo al mondo dove sia stato possibile conservare questo unicum teatrale, frutto di secoli di devozione e di arte scenica, comico e sacro, colto e popolare, per un pubblico di grandi e di piccini.

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